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Notizie sugli animali a Palermo

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Gli ultimi aggiornamenti sui nostri amici a 4 zampe: news e pareri dalla Clinica Veterinaria Primavera

La tosse nel cane è il sintomo di un processo patologico quindi bisogna intervenire tempestivamente.
14 dic, 2022
La tosse consiste nell’espulsione violenta di aria dal polmone attraverso la bocca. È un meccanismo di difesa che si instaura generalmente come riflesso, stimolato dall’irritazione meccanica o chimica di faringe, laringe tracheobronchiti.
Displasia dell'anca del cane
20 mag, 2022
La displasia dell’anca è la più frequente malattia scheletrica del cane durante l’accrescimento, di natura ereditaria, in grado di compromettere la qualità della vita del cane e le sue prestazioni fisiche.
visita oculistica veterinaria per cane
30 mar, 2022
Gli occhi dei cane vanno infatti controllati periodicamente per evitare l’insorgere di patologie che potrebbero compromettere il suo benessere generale. La visita oculistica per cani , detta più propriamente esame oftalmico , permette di valutare la salute degli occhi del cane , constatandone l’effettiva funzionalità.
Igiene orale di cani e gatti
24 feb, 2022
L’igiene orale negli animali domestici è un elemento spesso sottovalutato fino a quando il problema non si presenta sotto forma di fastidi gravi sia per cani che per gatti.
Patologie dei gatti: FeLV e FIV
21 gen, 2022
Esistono diverse patologie che possono colpire la salute di un gatto, con effetti più o meno gravi sull'animale. Fra le più importanti possiamo citare la 𝐅𝐞𝐋𝐕 (leucemia virale felina) e la 𝐅𝐈𝐕 (virus dell’immunodeficienza felina). FeLV (leucemia virale felina) La 𝐅𝐞𝐋𝐕 è una patologia molto grave e incurabile che può colpire i gatti. La trasmissione avviene piuttosto facilmente tramite contatto diretto e scambio di fluidi biologici fra gli animali come saliva, urina e altri secreti, ma anche dalla madre ai gattini. L’infezione da FeLV può causare inizialmente sintomi aspecifici e simil influenzali come abbattimento, febbre, aumento di volume dei linfonodi, ma in alcuni casi è asintomatica. Dopo questa fase il virus può essere debellato dall’organismo oppure andare a localizzarsi nel midollo osseo e determinare, anche dopo mesi o anni (raramente oltre i 3 anni), la sintomatologia riferibile alla leucemia, che può comprendere: infezioni a diversi organi e apparati tumori: è aumentata fino a 60 volte la probabilità di contrarre linfomi anemia sintomi neurologici. Non essendo una patologia curabile, fondamentale è la prevenzione: esiste infatti un 𝐯𝐚𝐜𝐜𝐢𝐧𝐨 che deve essere somministrato una volta all’anno ed è raccomandato per tutti i gatti che hanno accesso all’esterno. FIV (virus dell’immunodeficienza felina) La 𝐅𝐈𝐕 (virus dell’immunodeficienza felina), viene definita l’hiv dei gatti in quanto ha un comportamento analogo al virus umano, seppure non può essere trasmessa all’uomo. Il contagio avviene tramite scambio di sangue o fluidi biologici: più frequentemente avviene tramite morsi o per via sessuale, è molto basso il rischio, a differenza della sopracitata FeLV, di trasmissione per contatto diretto o condividendo ciotole e lettiere, come anche è rara la trasmissione da madre a figlio. Poco dopo l’infezione ci possono essere anche in questo caso sintomi simil influenzali, successivamente, dopo un periodo variabile di latenza che può essere anche molto lungo, la patologia indebolisce il sistema immunitario. Il gatto è quindi più soggetto a infezioni, in particolare alla bocca, ma anche alle vie urinarie, alla pelle, all’apparato respiratorio…ecc, ed è soggetto ad una maggior incidenza di sviluppare tumori (seppur in misura minore rispetto alla FeLV). A differenza della leucemia virale, per la FIV non esiste ad oggi un vaccino efficace, tuttavia la trasmissione è più difficile e l’aspettativa di vita è generalmente più lunga. In questo caso quindi l’unica forma di prevenzione è sterilizzare e ridurre al minimo le lotte e i morsi con gatti potenzialmente positivi. Sia per la FIV che per la FeLV esistono test diagnostici rapidi che permettono di conoscere l’eventuale positività in maniera veloce grazie ad un prelievo di poche gocce di sangue. Per dubbi o chiarimenti potete contattarci allo 📞 091 5076230.
Torsione dello stomaco nel cane: cosa fare?
02 dic, 2021
La sindrome da Dilatazione e Torsione dello stomaco del cane è una patologia a carico dello stomaco che si gonfia in modo abnorme e si torce su se stesso, creando di fatto un sacco chiuso ai due estremi. Questo provoca un ulteriore rigonfiamento dovuto ad aumento dei gas al suo interno e la circolazione dei vasi sanguigni nei punti di torsione si blocca. Cause e fattori determinanti Le cause non sono del tutto conosciute e nonostante gli studi sulla casistica, predisposizione e possibili cause scatenanti, i risultati sono abbastanza approssimativi. Il dato più evidente è che si manifesta soprattutto nelle razze di taglia grande e gigante e con particolare conformazione del torace profondo e largo: San Bernardo Alano Setter Gordon Bracco Italiano e molte altre le razze coinvolte. Quali sono i sintomi? I sintomi della malattia sono, per fortuna, molto ben riconoscibili: Il cane si mostra agitato e irrequieto Ha conati di vomito introduttivi Appare un gonfiore improvviso e pronunciato dello stomaco (non sempre presente) Cosa fare e come si cura? Il cane deve essere portato con urgenza presso un pronto soccorso che andrà allertato durante il tragitto. Nessuna manovra può essere utile da parte del proprietario se non la tempestività nel soccorrere il cane e portarlo presso una clinica. Una volta che i medici hanno stabilizzato le condizioni del cane, l'intervento è l’unica soluzione possibile, riposizionando lo stomaco nella sua inclinazione corretta, e verificando eventuali lesioni alla milza ed altri organi o vasi sanguigni. Dopo l’intervento il cane riprende a mangiare già nelle 24 ore successive, ma è bene somministrare cibi iperdigeribili e in piccola quantità. La degenza in clinica è di almeno 48 ore così da ecludere complicanze post operatorie di tipo cardiovascolare. Come prevenirla? Grazie alla chirurgia mini-invasiva, un' innovazione in campo veterinario che permette di eseguire interventi con ridotti tempi chirurgici, minime incisioni e assenza di dolore nel post-operatorio, si procede all’esecuzione della gastropessi preventiva : un intervento chirurgico in cui lo stomaco viene ancorato in modo irreversibile alla parete addominale evitando una futura torsione.
malattie dei morsi di zecche
Autore: noreply.site 14 ott, 2020
Le zecche sono artropodi, appartenenti all’ordine degli Ixodidi compreso nella classe degli Aracnidi, la stessa di ragni, acari e scorpioni. Si tratta di parassiti esterni, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro secondo la specie e lo stadio di sviluppo. Il corpo tondeggiante e il capo non distinguibile dal corpo, è munito di un apparato boccale (rostro) in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti. Habitat e diffusione L’habitat preferito delle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con preferenze ambientali che dipendono dalla specie. La zecca dei boschi prospera in presenza di clima fresco e umido mentre la zecca del cane frequenta maggiormente zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada. La presenza delle zecche dipende essenzialmente dalla presenza di ospiti da parassitare sul territorio. Per questo, luoghi come stalle, ricoveri di animali e pascoli sono tra i loro ambienti preferiti. Malattie trasmesse dalle zecche Il morso della zecca non è di per sé pericoloso per l’uomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori. Le patologie infettive veicolate da zecche negli animali sono principalmente: ☑️ Piroplasmosi: è causata un protozoo del genere Babesia e colpisce il cane. Il passaggio delle babesie dalla zecca al cane avviene dopo ca. 36-48 ore ed il periodo di incubazione (il tempo che intercorre tra la trasmissione del protozoo e la comparsa dei sintomi) è variabile, da qualche giorno a 3 settimane. Una volta penetrata, la babesia si moltiplica nei globuli rossi determinandone la rottura e provocando così una sindrome caratterizzata da febbre e abbattimento, anemia, ittero e possibili complicazioni a carico di apparato renale, digerente e sistema nervoso. ☑️ Ehrlichiosi: è una malattia batterica causata da diverse specie di batteri intracellulari che può colpire sia il cane che il gatto, oltre che l’uomo. La trasmissione avviene dopo 24-48 ore ed il periodo di incubazione è di 1-2 settimane. La malattia si presenta con una prima fase acuta, che può dare sintomi più o meno appariscenti a seconda della specie batterica in causa e delle caratteristiche del soggetto colpito dall’infezione. Segue poi una fase subclinica in cui non si hanno più sintomi clinici evidenti ma la malattia sta progredendo verso la fase cronica, quella generalmente più pericolosa poichè animali gravemente malati possono sviluppare quadri clinici molto seri e potenzialmente mortali. ☑️ Malattia di Lyme o Borreliosi: è una malattia che colpisce sia il cane che l’uomo, mentre il gatto è piuttosto resistente e in genere non sviluppa segni clinici. Il periodo di incubazione è molto variabile ed i segni clinici possono comparire a distanza di molto tempo dal morso della zecca, questi comprendono: zoppia, febbre e depressione, problemi renali, cardiaci e epatici. La risposta immunitaria dell’individuo influenza fortemente l’evoluzione della malattia, quindi non tutti i cani infetti sviluppano i sintomi clinici sopra citati. ☑️ Epatozoonosi: è una malattia trasmessa dalle zecche che può colpire sia il cane che il gatto. L’agente patogeno è Hepatozoon, un protozoo che viene “assunto” dall’animale per ingestione della zecca (quando gli animali, specialmente i cani, si mordicchiano per staccarsi i parassiti di dosso) oppure, soprattutto il gatto, per ingestione di piccole prede che avevano a loro volta mangiato una zecca portatrice di Hepatozoon. L’infezione può essere asintomatica passando quindi del tutto inosservata, oppure essere caratterizzata da sintomi più o meno importanti, a seconda del numero di parassiti che entrano nell’animale. Tali sintomi comprendono febbre, dimagrimento, stanchezza, anoressia, anemia e dolori muscolari. ☑️ Encefalite da zecche: l’agente patogeno di questa malattia è un virus della famiglia Flaviviridae che infetta un gran numero di animali, uomo compreso, e può provocare una malattia a interessamento neurologico molto grave (soprattutto nel cane), in genere a presentazione acuta, carattere progressivo ed esito mortale. I sintomi più comuni nel cane sono febbre alta, convulsioni, deficit neurologici multipli e paresi. Il tempo necessario alla trasmissione della malattia non è noto, ma si presume sia piuttosto breve. Non tutti i soggetti infettati sviluppano l’encefalite e molti possono restare del tutto asintomatici (nell’uomo il 70% delle infezioni passa inosservata), ma quando la malattia si manifesta è particolarmente grave e purtroppo non esiste un trattamento eziologico in grado di combatterla efficacemente.
Cosa fare durante il parto del cane
Autore: noreply.site 18 set, 2020
l parto del cane: consigli pratici La corretta gestione del parto richiede la conoscenza in primo luogo della durata della gestazione. La durata della gravidanza di un cane è di circa 9 settimane dall’ovulazione, mentre se conosciamo soltanto la data dell’accoppiamento il range è di 56-72 giorni. Durante tutto il parto è importante lasciare acqua e cibo a disposizione. Il parto ha solitamente una durata di 6-8 ore dall’inizio delle contrazioni addominali, fino a un massimo di 12 ore. È importante che il proprietario sappia trasmettere, con la propria presenza, tranquillità e serenità alla madre, senza forzarla a mangiare, ma lasciando a disposizione acqua e cibo e preparando un giaciglio per il momento della nascita, facendo scegliere a lei il luogo più adatto. Inoltre, ricorda di dotarti di un termometro per misurare la temperatura rettale. Sintomi pre-parto del cane Ci sono due segnali importanti che indicano il momento del parto: ☑️ abbassamento della temperatura dell’animale nelle 24 ore precedenti ☑️ la dilatazione della canale del parto, segno che potrà essere monitorato solo da un veterinario, in quanto non si riesce a valutare la dilatazione della cervice, che in profondità nella vagina. A questo punto dovrebbe iniziare il travaglio. Gli Stadi del Parto o travaglio Il parto è suddiviso in tre stadi, ognuno dei quali presenta diversi sintomi. 1° Stadio prodromico La durata di questo stadio del parto è di 6-12 ore, ma può durare anche fino a 36 ore, soprattutto nelle cagne primipare. In questa fase si possono vedere perdite mucose biancastre filamentose, a causa dello scioglimento del tappo mucoso cervicale che protegge l’utero durante la gravidanza, che possono iniziare anche nei giorni precedenti il parto. Durante queste ore si verificano contrazioni uterine che noi non percepiamo esternamente, perché non sono accompagnate da contrazioni addominali. I sintomi che la mamma può manifestare durante questa fase sono: ☑️ irrequietezza e nervosismo ☑️ respiro affannato e molto frequente ☑️ anoressia ☑️ aumento dell’urinazione ☑️ a volte episodi di vomito Alla fine del primo stadio le contrazioni uterine aumentano in frequenza ed intensità, sospingendo i feti e gli invogli fetali verso il canale del parto, che è ormai dilatato. 2° Stadio espulsivo La durata di questo stadio del travaglio è molto variabile, ma generalmente è di 3-12 ore. Durante questa fase si verificano i seguenti eventi: ☑️ il primo feto impegna il canale del parto ☑️ una delle membrane fetali (membrana allantocorionica) può rompersi ☑️ si può notare la fuoriuscita di fluido trasparente (rottura delle acque). Il liquido è funzionale alla lubrificazione del canale del parto e serve per far uscire con maggior facilità i cuccioli ☑️ le contrazioni uterine diventano più intense ed espulsive, accompagnate da evidenti contrazioni addominali. Il primo feto è espulso entro 4 ore dall’inizio del secondo stadio del parto e dalla comparsa di contrazioni addominali evidenti e regolari. Una volta nato il primo cucciolo, l’intervallo tra la nascita di un cucciolo e quello successivo non deve essere superiore a 2 ore. Generalmente la madre si prende cura dei cuccioli, lacerando gli invogli fetali, recidendo il cordone ombelicale e stimolando il cucciolo. 3° Stadio: espulsione delle placente Questo stadio del parto prevede l’espulsione delle placente ed avviene dopo la nascita di ciascun feto. A volte può succedere che nascano più feti prima che tutte le placente vengano espulse. Se tutto procede regolarmente, il nostro compito è quello di rimanere in osservazione, monitorando strettamente la cagna, ma senza intervenire. Non è quindi necessario aiutare la cagna nel parto, se tutto procede regolarmente. Quando rivolgersi al veterinario per il parto Posto che se non si ha esperienza è sempre bene rivolgersi al proprio veterinario per assistere la cagna, soprattutto se primipara, è bene indicare quali sono le situazioni che ti devono far chiamare il veterinario per assistenza.  I segni per cui è necessario portare a visita la cagna durante il parto sono: ☑️ Contrazioni addominali deboli e irregolari per più di 2 ore ☑️ Spinte intense e regolari per più di 30 minuti senza espulsione di alcun cucciolo ☑️ Mancata espulsione del primo cucciolo a 4 ore dall’inizio delle contrazioni addominali ☑️ Mancata espulsione di un cucciolo per più di 2 ore da quello precedente ☑️ Fuoriuscita di fluidi fetali (rottura delle acque) da più di due ore senza alcun evento successivo ☑️ Scolo verdastro senza alcun evento per più di 2 ore Quando si verifica una di queste situazioni, è necessaria la visita presso il medico veterinario. Dopo la verifica della vitalità fetale sarà possibile decidere se affrontare la distocia da un punto di vista medico, con somministrazione di farmaci per l’induzione e/o prosecuzione del parto e stretta assistenza della madre e dei cuccioli, o con approccio chirurgico, attraverso il cesareo.
Autore: noreply.site 28 ago, 2020
Strongili polmonari Negli ultimi anni e' emersa una patologia parassitaria polmonare spesso sottovalutata e sotto diagnosticata, causata da vermi tondi. La strongilosi e' una patologia diffusa in tutta Europa (Francia, Spagna, Danimarca, Regno unito, Svizzera, Germania, Grecia ed Italia) che colpisce sia i cani che i gatti, che rappresentano gli ospiti “definitivi” di questo parassita.   Ciclo vitale del parassita nel gatto  I parassiti adulti si localizzano nei bronchioli e nei dotti alveolari . I gatti si infettano tramite l’ingestione degli ospiti intermedi (molluschi, come ad esempio le lumache ) o di ospiti come roditori, uccelli, rettili, anfibi .  I vermi ingeriti dai gatti attraversano la mucosa del tratto gastrointestinale e, attraverso i vasi linfatici ed ematici, raggiungono i polmoni, dove si trasformano in adulti.  Gli adulti producono uova nella cavita' alveolare che, schiudendosi liberano piccole larve che migrano attraverso i bronchi e la trachea nel faringe, dove vengono deglutite ed eliminate poi con le feci dai gatti. Queste vengono poi ingerite nuovamente dalle lumache.    Quali sono i sintomi? I segni di strongilosi sono piuttosto variabili e non e' sempre facile arrivare a comprendere la presenza del parassita, in quanto l’infezione puo' essere asintomatica o determinare sintomi respiratori da lievi a molto gravi.   I sintomi piu' frequentemente riscontrabili sono: ☑️ Tosse ☑️ A volte scolo nasale mucopurulento ☑️ Difficoltà respiratoria ☑️ Intolleranza all’esercizio  Come conseguenza della malattia puo' instaurarsi ipertensione polmonare, che puo' persistere anche dopo la morte del parassita e le complicanze batteriche non sono rare. Spesso, se non diagnosticata in tempo, puo' essere una patologia fatale.    Diagnosi di parassitosi polmonare nel gatto La diagnosi di infestazione da Aelurostrongylus abstrusus puo' essere raggiunta tramite il riscontro di larve nelle feci, attraverso un test chiamato di Baermann. Molto importante e' l’esecuzione di radiografie toraciche, che possono mostrare vari gradi di alterazioni, utili nella definizione della gravità della malattia.  I risultati radiografici possono mostrare segni di tipo ☑️ Interstiziale nodulare ☑️ Peribronchiolare ☑️ In alcuni casi anche alveolare.   Come si curano i parassiti polmonari? Esiste una terapia antiparassitaria specifica per eliminare questi parassiti, e n ei casi piu' gravi puo' essere importante fornire un’ adeguata terapia di supporto , con ossigeno ed eventualmente corticosteroidi ad azione antinfiammatoria.  Possono essere inoltre utilizzati anche broncodilatori. 
Sterilizzazione della gatta
Autore: noreply.site 30 lug, 2020
Perche' sterilizzare la gatta? Sterilizzazione della gatta si rende necessaria per svariati motivi: ☑️ nel caso abbia accesso all’esterno restera' gravida e fara' una cucciolata all’incirca due volte all’anno ☑️ c on l’accoppiamento inoltre rischia di contrarre malattie infettive come FIV e FeLV ☑️ prevenzione patologie dell’apparato riproduttivo ☑️ le manifestazioni del calore nella gatta possono essere fonte di preoccupazione nel proprietario, l'animale mangia meno, manifesta una grande agitazione, miagola di continuo e si struscia su qualsiasi cosa. Il calore nella gatta, a differenza della cagna, non si manifesta due volte l’anno ma se non si puo' accoppiare avviene continuamente con pause di qualche giorno tra un calore e l’altro.   Quali sono i pro e i contro nel sterilizzare una gatta?  Quando si parla di sterilizzazione della gatta non esistono contro indicazioni evidenti o rilevanti, piuttosto e' utile a scongiurare il proliferare di randagi e colonie feline, evitare che la gatta mostri continuo malessere nelle manifestazioni comportamentali del calore, ed e' infine importante proteggerla dalle malattie infettive sessualmente trasmissibili.  Quando sterilizzare la gatta? Prima o dopo il primo calore? Per evitare l’inconveniente di farla andare in calore la maggior parte dei proprietari (in accordo con i veterinari) decidono di sterilizzare la gatta prima del primo calore e cioe' all’eta' di 6 mesi circa. Qualche gattina purtroppo anticipa questa data andando in calore a 5 mesi ma sono eccezioni. L’eta' per sterilizzare una gatta si aggira quindi intorno ai 6-7 mesi, come giusto compromesso, onde evitare di fare un’intervento chirurgico in una gatta di dimensioni ancora molto ridotte. Non e' sbagliato comunque aspettare il primo calore per favorire lo sviluppo sessuale che ha sicuramente dei benefici legati alla maturazione completa sia fisica che cognitiva.  La sterilizzazione di una gatta in calore si puo' fare? Nel caso la vostra gattina vi colga di sorpresa andando in calore prima di esservi messi d’accordo con il vostro veterinario per la sterilizzazione potrete procedere con una “sterilizzazione d’urgenza”. Bisogna sapere pero' che l’irrorazione delle ovaie aumenta molto, rendendo piu' complesso l’intervento che potrebbe durare un po' di piu'.   Come sara' la convalescenza dopo la sterilizzazione? La convalescenza e' praticamente nulla, la micia vi verra' riconsegnata perfettamente sveglia. Se si lecca la ferita sara' obbligatorio il collare d’Elisabetta. L’unica raccomandazione e' quella di non farla avvicinare a finestre aperte o terrazzi fino al giorno dopo perche' potrebbe avere qualche difficolta' a saltare, mantenere l’equilibrio e percepire le distanze.
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