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Displasia dell'anca nel cane
displasia dell'anca nel cane

La displasia dell’anca è la più frequente malattia scheletrica del cane durante l’accrescimento, di natura ereditaria, in grado di compromettere la qualità della vita del cane e le sue prestazioni fisiche.

Ma in cosa consiste e cosa comporta?

Consiste fondamentalmente in una malformazione dell’articolazione che comporta una degenerazione progressiva nel tempo. In pratica l’evoluzione della patologia è legata all’eccessiva lassità articolare che provoca continui sfregamenti anomali ed usuranti delle cartilagini della testa femorale e della cavità acetabolare manifestandosi infine in una degenerazione dei tessuti articolari (artrosi coxofemorale).


Componente genetica: è sicuramente il fattore più importante, senza la componente genetica infatti non può esistere displasia . Le forme più severe si manifestano già nel cucciolo, mentre quelle meno gravi in età adulta o anziana.

Componente ambientale e nutrizionale: la progressione della patologia si manifesta durante la crescita e la sua espressione è influenzata da svariati fattori, tra cui l’intensità dell’attività fisica, l’alimentazione e la velocità di crescita.


Questi fattori sono in grado di incidere sul grado della displasia, quindi sulla gravità dell’espressione della malattia. Infatti è dimostrato che un’eccessiva attività fisica con continue sollecitazioni meccaniche o traumatiche come salti o repentini cambi di direzione costituiscono un altro fattore di stress articolare. Di contro, invece, l’esercizio fisico controllato stimola e sviluppa il tono muscolare e ne garantisce la tonicità.

displasia dell'anca nel cane

Diagnosi preococe

Una diagnosi più precoce possibile consente di individuare la malattia ai suoi esordi e di mettere in atto le misure necessarie per contrastare o per limitare il più possibile il suo sviluppo. I primi segni di displasia si possono già rilevare con sicurezza all’età di 4 mesi; è pertanto fortemente consigliato sottoporre tutti gli animali appartenenti a razze a rischio, anche se asintomatici, ad una valutazione ortopedica e radiografica precoce.



Trattamento

I trattamenti possono variare in base al periodo in cui viene diagnosticata o al grado della patologia. 


Generalmente si basa su:

  • Terapia preventiva: nel caso di una displasia individuata in fase iniziale, bisogna evitare un’alimentazione troppo ricca o scarsa di nutrienti e renderla quanto più varia possibile per ridurre o mantenere costante il peso corporeo del cane, così da evitare il gravare del peso sulle articolazioni.
  • Terapia farmacologica: la somministrazione dei farmaci (Fans) per alleviare il dolore durante la fasi acute di infiammazione articolare . Terapie innovative con “bedinvetmab” un anticorpo monoclonale progettato per le specifiche capacità di interrompere la trasmissione degli impulsi dolorosi contribuendo così ad alleviare il dolore.
  • Terapia chirurgica: se il cane presenta displasia grave e dunque presenta un’articolazione compromessa si può tenere in considerazione di procedere con l’impianto di una protesi.


Se abiti a Palermo o provincia prendi appuntamento in clinica chiamando lo πŸ“ž 091 5076230.

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La tosse consiste nell’espulsione violenta di aria dal polmone attraverso la bocca. È un meccanismo di difesa che si instaura generalmente come riflesso, stimolato dall’irritazione meccanica o chimica di faringe, laringe tracheobronchiti.
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Gli occhi dei cane vanno infatti controllati periodicamente per evitare l’insorgere di patologie che potrebbero compromettere il suo benessere generale. La visita oculistica per cani , detta più propriamente esame oftalmico , permette di valutare la salute degli occhi del cane , constatandone l’effettiva funzionalità.
Igiene orale di cani e gatti
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L’igiene orale negli animali domestici è un elemento spesso sottovalutato fino a quando il problema non si presenta sotto forma di fastidi gravi sia per cani che per gatti.
Patologie dei gatti: FeLV e FIV
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Esistono diverse patologie che possono colpire la salute di un gatto, con effetti più o meno gravi sull'animale. Fra le più importanti possiamo citare la π…πžπ‹π• (leucemia virale felina) e la π…πˆπ• (virus dell’immunodeficienza felina). FeLV (leucemia virale felina) La π…πžπ‹π• è una patologia molto grave e incurabile che può colpire i gatti. La trasmissione avviene piuttosto facilmente tramite contatto diretto e scambio di fluidi biologici fra gli animali come saliva, urina e altri secreti, ma anche dalla madre ai gattini. L’infezione da FeLV può causare inizialmente sintomi aspecifici e simil influenzali come abbattimento, febbre, aumento di volume dei linfonodi, ma in alcuni casi è asintomatica. Dopo questa fase il virus può essere debellato dall’organismo oppure andare a localizzarsi nel midollo osseo e determinare, anche dopo mesi o anni (raramente oltre i 3 anni), la sintomatologia riferibile alla leucemia, che può comprendere: infezioni a diversi organi e apparati tumori: è aumentata fino a 60 volte la probabilità di contrarre linfomi anemia sintomi neurologici. Non essendo una patologia curabile, fondamentale è la prevenzione: esiste infatti un 𝐯𝐚𝐜𝐜𝐒𝐧𝐨 che deve essere somministrato una volta all’anno ed è raccomandato per tutti i gatti che hanno accesso all’esterno. FIV (virus dell’immunodeficienza felina) La π…πˆπ• (virus dell’immunodeficienza felina), viene definita l’hiv dei gatti in quanto ha un comportamento analogo al virus umano, seppure non può essere trasmessa all’uomo. Il contagio avviene tramite scambio di sangue o fluidi biologici: più frequentemente avviene tramite morsi o per via sessuale, è molto basso il rischio, a differenza della sopracitata FeLV, di trasmissione per contatto diretto o condividendo ciotole e lettiere, come anche è rara la trasmissione da madre a figlio. Poco dopo l’infezione ci possono essere anche in questo caso sintomi simil influenzali, successivamente, dopo un periodo variabile di latenza che può essere anche molto lungo, la patologia indebolisce il sistema immunitario. Il gatto è quindi più soggetto a infezioni, in particolare alla bocca, ma anche alle vie urinarie, alla pelle, all’apparato respiratorio…ecc, ed è soggetto ad una maggior incidenza di sviluppare tumori (seppur in misura minore rispetto alla FeLV). A differenza della leucemia virale, per la FIV non esiste ad oggi un vaccino efficace, tuttavia la trasmissione è più difficile e l’aspettativa di vita è generalmente più lunga. In questo caso quindi l’unica forma di prevenzione è sterilizzare e ridurre al minimo le lotte e i morsi con gatti potenzialmente positivi. Sia per la FIV che per la FeLV esistono test diagnostici rapidi che permettono di conoscere l’eventuale positività in maniera veloce grazie ad un prelievo di poche gocce di sangue. Per dubbi o chiarimenti potete contattarci allo πŸ“ž 091 5076230.
Torsione dello stomaco nel cane: cosa fare?
02 dic, 2021
La sindrome da Dilatazione e Torsione dello stomaco del cane è una patologia a carico dello stomaco che si gonfia in modo abnorme e si torce su se stesso, creando di fatto un sacco chiuso ai due estremi. Questo provoca un ulteriore rigonfiamento dovuto ad aumento dei gas al suo interno e la circolazione dei vasi sanguigni nei punti di torsione si blocca. Cause e fattori determinanti Le cause non sono del tutto conosciute e nonostante gli studi sulla casistica, predisposizione e possibili cause scatenanti, i risultati sono abbastanza approssimativi. Il dato più evidente è che si manifesta soprattutto nelle razze di taglia grande e gigante e con particolare conformazione del torace profondo e largo: San Bernardo Alano Setter Gordon Bracco Italiano e molte altre le razze coinvolte. Quali sono i sintomi? I sintomi della malattia sono, per fortuna, molto ben riconoscibili: Il cane si mostra agitato e irrequieto Ha conati di vomito introduttivi Appare un gonfiore improvviso e pronunciato dello stomaco (non sempre presente) Cosa fare e come si cura? Il cane deve essere portato con urgenza presso un pronto soccorso che andrà allertato durante il tragitto. Nessuna manovra può essere utile da parte del proprietario se non la tempestività nel soccorrere il cane e portarlo presso una clinica. Una volta che i medici hanno stabilizzato le condizioni del cane, l'intervento è l’unica soluzione possibile, riposizionando lo stomaco nella sua inclinazione corretta, e verificando eventuali lesioni alla milza ed altri organi o vasi sanguigni. Dopo l’intervento il cane riprende a mangiare già nelle 24 ore successive, ma è bene somministrare cibi iperdigeribili e in piccola quantità. La degenza in clinica è di almeno 48 ore così da ecludere complicanze post operatorie di tipo cardiovascolare. Come prevenirla? Grazie alla chirurgia mini-invasiva, un' innovazione in campo veterinario che permette di eseguire interventi con ridotti tempi chirurgici, minime incisioni e assenza di dolore nel post-operatorio, si procede all’esecuzione della gastropessi preventiva : un intervento chirurgico in cui lo stomaco viene ancorato in modo irreversibile alla parete addominale evitando una futura torsione.
malattie dei morsi di zecche
Autore: noreply.site 14 ott, 2020
Le zecche sono artropodi, appartenenti all’ordine degli Ixodidi compreso nella classe degli Aracnidi, la stessa di ragni, acari e scorpioni. Si tratta di parassiti esterni, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro secondo la specie e lo stadio di sviluppo. Il corpo tondeggiante e il capo non distinguibile dal corpo, è munito di un apparato boccale (rostro) in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti. Habitat e diffusione L’habitat preferito delle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con preferenze ambientali che dipendono dalla specie. La zecca dei boschi prospera in presenza di clima fresco e umido mentre la zecca del cane frequenta maggiormente zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada. La presenza delle zecche dipende essenzialmente dalla presenza di ospiti da parassitare sul territorio. Per questo, luoghi come stalle, ricoveri di animali e pascoli sono tra i loro ambienti preferiti. Malattie trasmesse dalle zecche Il morso della zecca non è di per sé pericoloso per l’uomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori. Le patologie infettive veicolate da zecche negli animali sono principalmente: β˜‘οΈ Piroplasmosi: è causata un protozoo del genere Babesia e colpisce il cane. Il passaggio delle babesie dalla zecca al cane avviene dopo ca. 36-48 ore ed il periodo di incubazione (il tempo che intercorre tra la trasmissione del protozoo e la comparsa dei sintomi) è variabile, da qualche giorno a 3 settimane. Una volta penetrata, la babesia si moltiplica nei globuli rossi determinandone la rottura e provocando così una sindrome caratterizzata da febbre e abbattimento, anemia, ittero e possibili complicazioni a carico di apparato renale, digerente e sistema nervoso. β˜‘οΈ Ehrlichiosi: è una malattia batterica causata da diverse specie di batteri intracellulari che può colpire sia il cane che il gatto, oltre che l’uomo. La trasmissione avviene dopo 24-48 ore ed il periodo di incubazione è di 1-2 settimane. La malattia si presenta con una prima fase acuta, che può dare sintomi più o meno appariscenti a seconda della specie batterica in causa e delle caratteristiche del soggetto colpito dall’infezione. Segue poi una fase subclinica in cui non si hanno più sintomi clinici evidenti ma la malattia sta progredendo verso la fase cronica, quella generalmente più pericolosa poichè animali gravemente malati possono sviluppare quadri clinici molto seri e potenzialmente mortali. β˜‘οΈ Malattia di Lyme o Borreliosi: è una malattia che colpisce sia il cane che l’uomo, mentre il gatto è piuttosto resistente e in genere non sviluppa segni clinici. Il periodo di incubazione è molto variabile ed i segni clinici possono comparire a distanza di molto tempo dal morso della zecca, questi comprendono: zoppia, febbre e depressione, problemi renali, cardiaci e epatici. La risposta immunitaria dell’individuo influenza fortemente l’evoluzione della malattia, quindi non tutti i cani infetti sviluppano i sintomi clinici sopra citati. β˜‘οΈ Epatozoonosi: è una malattia trasmessa dalle zecche che può colpire sia il cane che il gatto. L’agente patogeno è Hepatozoon, un protozoo che viene “assunto” dall’animale per ingestione della zecca (quando gli animali, specialmente i cani, si mordicchiano per staccarsi i parassiti di dosso) oppure, soprattutto il gatto, per ingestione di piccole prede che avevano a loro volta mangiato una zecca portatrice di Hepatozoon. L’infezione può essere asintomatica passando quindi del tutto inosservata, oppure essere caratterizzata da sintomi più o meno importanti, a seconda del numero di parassiti che entrano nell’animale. Tali sintomi comprendono febbre, dimagrimento, stanchezza, anoressia, anemia e dolori muscolari. β˜‘οΈ Encefalite da zecche: l’agente patogeno di questa malattia è un virus della famiglia Flaviviridae che infetta un gran numero di animali, uomo compreso, e può provocare una malattia a interessamento neurologico molto grave (soprattutto nel cane), in genere a presentazione acuta, carattere progressivo ed esito mortale. I sintomi più comuni nel cane sono febbre alta, convulsioni, deficit neurologici multipli e paresi. Il tempo necessario alla trasmissione della malattia non è noto, ma si presume sia piuttosto breve. Non tutti i soggetti infettati sviluppano l’encefalite e molti possono restare del tutto asintomatici (nell’uomo il 70% delle infezioni passa inosservata), ma quando la malattia si manifesta è particolarmente grave e purtroppo non esiste un trattamento eziologico in grado di combatterla efficacemente.
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